Arnaldo Bagnasco
Presidente della Palazzo Ducale S.p.A., Genova.
“Il fotografo e la città”
E’ dal post sessantotto che si sviluppa un movimento di opinione che rimette in discussione Ia funzione dei mass-media.
Intellettuali da una parte, istituzioni come l’ università ed enti locali dall’altra pongono con sempre maggiore urgenza la questione del servizio pubblico dei mass-media e quindi radiotelevisivo.
L’ urgenza é dettata da due fondamentali ragioni: la democratizzazione nel|’uso del mezzo e l’avvento sempre più incipiente di una televisione privata di ispirazione nettamente consumistica, in alternativa al fiorire di mille iniziative di scuola e di quartiere che rispondevano alla prima esigenza.
La risposta politica a tutto questo sul fronte pubblico é stato un decentramento secondo il modello cancelliano, puntando su una distribuzione del potere che attenuasse Ia protesta locale con una risposta compromissoria.
E questo e accaduto sia per la RAI che per la scuola italiana: un’autonomia concessa dall’alto, spesso affidata alla spontaneità culturale degli operatori. Mancava assolutamente un progetto e un disegno politico culturale. E tutto ciò aveva uno scopo in realtà diabolico: favorire con ii fallimento del piano di decentramento un avvento esplosivo della televisione privata.
In questo quadro si colloca anche ultima idea forte di un progetto nato tra mille compromessi: Ia terza rete regionale.
Consapevole della fragilità del quadro politico in cui era nata, la terza rete regionale riservò in Liguria alcune sorprese. Prima tra tutte quella di coincidere con la crescita di un ambiente in cui molti giovani che avevano già sperimentato i loro talenti in una attività di cinefile e in una collaborazione con televisioni private, trovarono l’occasione per uno sviluppo professionale e un vero e proprio corso di formazione che diede frutti sul piano del prodotto televisivo e soprattutto creò una dialettica di carattere estetico politico mediatico.
Quando accettai la proposta di occuparmi della struttura di programmazione ligure della RAI avevo attraversato tutta una serie di avventure creative e organizzative nel campo del teatro della sceneggiatura e dei mass-media.
In un certo senso ero maturo per un’esperienza davvero unica trovarmi in perfetta sintonia con un territorio, una popolazione intellettuale, un ambiente che aveva tutte le motivazioni e le energie per esprimersi. Personalità come Enrico Ghezzi, Marco Giusti, Renzo Trotta, Marco Salotti,Giorgio Bergami pronti per Ia Televisione a Genova, Gianni Janelli, Sergio Fregoso, Maurizio Maggiani del gruppo della Spezia mentre a Chiavari attraverso un’esperienza romana si rese disponibile il duo Laiolo~Lombardi.
Questo gruppo di intellettuali dello spettacolo unito ad altre figure provenienti dal|’intera regione diedero un impulso creativo alla televisione regionale ligure che subito si pose in primo piano nel campo dell’editoria nazionale sia pubblica che privata. Il fenomeno che ha avuto inizio nel 1978 ha continuità tutt’oggi, attraverso una serie di figure regionali e nazionali.
Tra questi Sergio Fregoso ha dato il massimo contributo dal punto di vista di formatore di nuove leve: Ia sua attività si può davvero considerare come quella di una bottega d’arte nel senso rinascimentale.