Costantino Morin

Fotografia e affanni quotidiani

 

Stavo fotografando in passeggiata Costantino Morin nel momento in cui una radiolina diffondeva la notizia dell’ennesima strage in Palestina. Ho avuto un attimo di esitazione e di vergogna per i miei esercizi di stile, di fronte a una parte di umanità sconvolta da ben altri esercizi.

La fotografia è una ricomposizione del visibile, di ciò che arriva ai nostri sensi e una rigenerazione dei medesimi.

Ritornano in queste immagini i miei incantamenti giovanili, le forme, i colori e le materie della mia identità visiva, una ricerca volta a dare visibilità a un’idea di città.

Umili segni che un niente può cancellare. Precarietà e provvisorietà sono un gesto di pace e di solidarietà.

 

Sergio  Fregoso

dicembre 2001

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