GRUPPO DON MORI

Tutto cominciò per me in un giorno lontano. Non c’era la tv, non c’erano i computer. La radio non era in tutte le case, così il telefono. Non si stava bene allora.

La guerra era vissuta, in piazza Brin, nella solidarietà popolare del quartiere operaio, nelle cantine delle case dove molti di noi hanno trovato rifugio durante i bombardamenti che hanno distrutto più di mezza città.

In quegli anni lontani, Don Antonio Mori, parroco di piazza Brin, mettendomi un libro tra le mani, mi offrì la mediazione culturale per farmi sentire parte d’ una comunità.

C’è, in questo scenario, un gruppo di giovani che si forma in piazza Brin – ombelico del mondo – attorno a una figura di sacerdote e di educatore: Don Antonio Mori, che lascerà a Don Romano Morachioli l’eredità d’una missione da compiere.

Momento formativo – Sergio Fregoso

Teatro in Parrocchia 

Eugenio Bernardi, presepi 1960/70

La domenica mattina alle otto nella chiesa della Scorza , in piazza Brin, c’era la messa sociale dei giovani di don Mori.

Non era ancora finita che infilavo, a passo spedito, corso Cavour e dopo pochi minuti la mia fronte era già incollata al vetro della porta della libreria-galleria ADEL.

E’ lì che ha avuto tra le mani i primi fotolibri dei grandi maestri della fotografia , che Attilio Del Santo mi passava dall’alto d’una scala , piegandosi in una contorsione che mi ricordava i personaggi dei quadri di maniera. 

Il gruppo da vita a una iniziativa che si chiamerà “amici dell’arte”.

In questo clima nasce l’idea della storico estemporanea di piazza Brin – 1959 – ultime domenica di maggio, festa della Madonna della Scorza. Credo che la piazza abbia vissuto, in quel giorno, uno degli eventi memorabili della sua storia. In giuria Enrico Paolucci, Sandro Cherchi, Ferruccio Bartolini.

Il 1965 è l’anno del Cristo morto di Giovannoni. L’idea era quella di dare alla tradizionale processione del Venerdì Santo una motivazione in più e alla chiesa un’opera di un valido artista.

Gli studi preliminari e l’esecuzione dei disegni dal vero – i modelli più assidui sono stati Gianfranco Martera e Roberto Varone – hanno avuto come sede un luogo mitico di Piazza Brin: la cantina di Eugenio, ovvero la magica sede della ditta Gyroscope…Chi era Eugenio?

Intervista a Sergio Fregoso di Enrico Colombo Saul Carassale

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